Quando si parla di cannabinoidi si tende a pensare solamente al THC e al CBD; ma non sono certo gli unici componenti a formare la pianta della Cannabis. Tra più di 80 cannabinoidi che sono contenuti nella cannabis, oggi andremo a parlare del CBG, il cannabigerolo, un cannabinoide non psicoattivo, spesso ignorato per la maggior popolarità degli altri due cannabinoidi, ben più discussi.
Il CBG è un cannabinoide non psicoattivo, non molto conosciuto (per non dire ignorato), perché va a suo discapito la fama del THC e CBD. Il CBG è in realtà fondamentale perché è un precursore di molti cannabinoidi, inclusi il CBD e il THC. Con la crescita della pianta, il CBG subisce una trasformazione in altri cannabinoidi, per via degli enzimi presenti nella pianta stessa: è per questo che lo si tende a trovare in quantità così ridotte, quando la canapa è pronta per il raccolto. È grazie al CBG che si forma il CBD.
Oltre al ruolo di formare altri cannabinoidi, il CBG ha anche altre proprietà importanti dal punto di vista terapeutico. Molti dottori si sono espressi su questa utilità: tra essi, la dottoressa Goldstein, direttore medico di Canna-Centers (centro specializzato nel trattamento di vari disturbi curati con l’utilizzo della Cannabis). Quest’ultima ha espresso le diverse qualità e peculiarità del CBG, come l’inibire l’assorbimento della sostanza chimica chiamata GABA; in questo modo favorisce il rilassamento dei muscoli e allieva anche l’ansia. Per non parlare di come sarebbe utile anche contro la depressione, che ha molti sintomi in comune con l’ansia. Inoltre i primi studi suggeriscono che possa avere anche effetti anti-infiammatori e anti-ossidanti.
Ma non è solo l’estero ad interessarsi degli effetti benefici del CBG, anche nel nostro paese si stanno effettuando diversi studi in merito: proprio a Napoli, dei ricercatori del dipartimento di Farmacia della Federico II, uniti ad un team di medici del reparto di Diagnostica dell’Ospedale Pellegrini (locato sempre a Napoli) e ai ricercatori del CNR di Pozzuoli, hanno notato come il CBG abbia poteri anche nell’alleviare uno specifico tipo di infiammazione intestinale. Hanno così individuato nel CBG un valido alleato per aiutare chi combatte questa tipologia di malattie.
La sua sottovalutazione
Sebbene di estrema importanza, il CBG è un cannabinoide spesso sottovalutato; è un precursore del CBD e del THC (ed alcuni altri cannabinoidi) ed è all’origine di una gran parte degli effetti della cannabis e della canapa. Con la crescita della pianta, il CBG subisce una trasformazione in altri cannabinoidi, per via degli enzimi presenti nella pianta: è per questo che lo si tende a trovare in quantità così ridotte quando la canapa è pronta per il raccolto. È grazie al CBG che si forma il CBD, per questo non bisognerebbe assolutamente sottovalutarlo.
Cosa è il CBG nello specifico
l CBG, anche conosciuto come Cannabigerolo, è un principio attivo della Cannabis molto famoso per i suoi effetti antibatterici. Tuttavia, ricerche molto recenti hanno rilevato che, pur non essendo, presumibilmente, presente in grandi quantità nella maggior parte delle varietà di Cannabis, possa essere considerato la “cellula staminale” sia del THC che del CBD. Questi prenderebbero quindi forma a partire proprio dal CBG.
Questa ricerca ci è giunta per gentile concessione del National Institute of Health degli Stati Uniti, un’organizzazione che già in passato aveva dimostrato il suo interesse nel cercare di scovare tutti gli aspetti negativi della Cannabis e non i suoi numerosi benefici. Questa interessante ricerca, pubblicata sulla rivista Oxford Carcinogenesis, riporta in modo dettagliato gli esperimenti realizzati con il CBG su cavie da laboratorio, con l’obiettivo di osservare i suoi effetti su tipologie tumorali xenotrapianto, nella carcinogenesi del colon indotte chimicamente.
Grazie ai risultati ottenuti è stato possibile constatare che il CBG interagisce in modo specifico sulle cellule tumorali, inibendone la crescita e la progressione.
Forse è ovvio, ma bisogna sempre ricordarlo, che queste ricerche vanno sempre prese con estrema cautela, poiché bisognerà continuare su questa strada sperimentale per un altro periodo di tempo prima di poterle prendere per complete verità. Tuttavia, i ricercatori di quest’esperimento hanno fin da subito dimostrato fiducia nei risultati ottenuti dal CBG, sostenendo la sua importanza a livello transnazionale nella prevenzione e nel trattamento del cancro al colon. Considerando poi anche l’importanza dell’Istituto da cui è stata realizzata la ricerca, la questione ha la sua importanza.
Vale la pena notare che, essendo il CBG un cannabinoide non-psicoattivo, non può essere considerato sostanza illegale in molti paesi, permettendo quindi la sua libera estrazione da canapa industriale legalmente coltivata. Infatti, in natura, tende ad essere presente in concentrazioni più elevate in varietà di canapa industriale rispetto alle percentuali riscontrate nella Cannabis.
Proprietà chimiche del CBG
La struttura chimica dei cannabinoidi in generale può essere descritta come quella di un terpene unito ad un resorcinolo a sostituzione alchilica, oppure come quella di un sistema ad anello benzopiranico. Le due descrizioni implicano anche una nomenclatura differente: con la prima il principale cannabinoide viene definito come delta-1-tetraidrocannabinolo (Δ1-THC), mentre con la seconda diventa delta-9-THC (Δ9-THC).
Come tutti i cannabinoidi, il CBG è un lipide idrofobico formato da una catena di carbonio 21 ed attaccato ad un anello idrocarburo aromatico.
La formula chimica del CBG è C₂₁H₃₂O₂; C₂₁H₃₀O₂ il THC è lo stesso come il CBC (cannabichromene) e il CBD.
Il CBC e CBD sono isomeri del THC: questo significa che pur condividendo la stessa formula molecolare, hanno strutture diverse.
Il CBG è strettamente legato ad altri cannabinoidi tra cui l’acido cannabigerolic (C₂₂H₃₁O₄), noto anche come CBGA, che è un importante precursore di THC. Il gruppo dei cannabigeroli contiene sette tipi come molecole, tra cui il CBG stesso. Come il CBG e CBGA, il gruppo contiene cannabigerovarin CBG (CBGV) cannabinerólico acido A (CBNA) cannabigerovarínico acido A (CBNVA), e gli esteri monometilici di CBG e CBGA e CBGM e CBGAM. Questo gruppo di cannabinoidi è relativamente poco studiato, tuttavia, si ritiene che CBNA è anche un precursore di THC in certe condizioni. I percorsi molecolari attraverso i quali il THC viene biosintetizzato sono ancora in fase di ricerca. Questo spiega in parte il motivo per cui si è creduto che il THC venisse naturalmente sintetizzato dal CBD: fino a poco tempo fa era l’unico metodo provato per il laboratorio di sintesi.
Gli effetti del CBG
Come la maggioranza dei cannabinoidi, quando viene assunto il CBG provoca diversi effetti sull’organismo. Sempre collegato al discorso della sottovalutazione (immeritata tra l’altro) del CBG, quest’ultimo è il cannabinoide a cui sono state rivolte meno ricerche da parte del mondo scientifico.
Nonostante la mancanza quasi totale di ricerche incentrate sul CBG, le prime che sono state effettuate hanno portato risultati decisamente positivi. Come quelli citati in precedenza nel post, condotti dalla dottoressa Goldstein e dalla comunità scientifica partenopea.
Quanto detto fino ad ora dimostra ancora una volta quanti siano i potenziali benefici dei cannabinoidi per la salute umana. Il mondo della Cannabis è ancora tutto da scoprire (o almeno in gran parte) ma giorno dopo giorno si aprono sempre nuove strade per la scoperta completa di un mondo così vario e pieno di positività. Questa nuova esplorazione parte soprattutto dalla grande voglia e dal grande investimento che stanno facendo molte comunità scientifiche, per trovare nuove cure rivoluzionarie e quanto più naturali possibili.